Dolce fanciulla sorella del mio fuoco, amo
I tuoi occhi di quieta primavera,
carezza del mio cuore del mio aspro
giorno, non velarli
nell’ora di tristezza,
togli questa spina
dal buio che mi cinge. Tornerà,
il giorno tornerà
che ci avvolga e ci innalzi
che sciolga l’amaro che ci intride,
luce faccia
del silenzio che ci ammanta.
La tua mano – vedi? –
è ancora nella mia
e sempre pronuncio il tuo nome
come un sospiro lieve di tenerezza.