lunedì 4 maggio 2015

MI GUARDI, MI TOCCHI, Poesia di Maurizio Gregorini

Mi guardi.
Ti invito.
Mi tocchi.
Ti sfioro.
Sei spezia per la mia lingua,
sono grano per i tuoi denti.
Mi baci.
Ti mordo.
La luna sorride virtuosa.
La notte si scopre viziosa.
Nei tuoi occhi senza fine,
una fine.
Nei miei occhi privi di un prima,
il sempre.
Ci amiamo,
ed ogni gesto e' un'epica,
ogni carezza
il solstizio di primavera.
Mi dai il piacere che hai preso
da una corsa nel bosco.
Ti do' il dolore che ho colto
all'ombra di un camposanto.
Mi graffi.
Ti stringo.
Hai palpebre di carta sottile,
e mani da strega.
Ho braccia carnivore
e unghie  acuminate.
Davanti a me un animale ferito.
Di fronte a te un cacciatore crudele.
Sei fulgida bellezza.
Sono la nuda verita'.
Tu  urli, io grido.
L'aria e' gelida, 
bollente il mistero.
Ti sciogli.
Mi placo.
L'azzurrita' delle tue iridi
si fa verde acqua.
Il fuoco nella mia voce
si spegne.
Sei tu la luna, adesso.
Ed io la tua notte, ora. 
Le mie labbra muoiono nelle tue.
 Il tuo seno cresce in me.
Non  dormi. 
Non dormo.
Restiamo abbracciati
ad osservare
questa favola argentea
che vive,
che muore
in un lago salato.
Ora ci sono le stelle
nel cielo abbuiato e profondo.
La luna sorride pensosa
e la notte si scopre virtuosa.