mercoledì 6 maggio 2015

ABBANDONO, Poesia di Ettore Cancellieri

E' un veloce ritmo di contrasti 
il nostro parlarci appassionato di profondità
e senza peso le stagioni
appaiono al loro sorgere lontano.
Le rocce millenarie trasudano la storia
di vite sconosciute ma reali
e noi vi apparteniamo pure, consapevoli
amanti purissimi
liberati
dal male oscuro delle convenienze sociali.
Cosa più conta ridere o soffrire
senza che l'animo risuoni pieno
della propria coscienza d'essere libero
e di volere il bene soggettivo?
Ma com'è difficile questo linguaggio!
Anche oggi le risacche trasportano alle rive
i relitti delle civiltà in sfacelo
e il sordo scroscio, più pesante della notte,
incupisce gli sguardi e il pensiero
mentre
siamo soli a gioire delle nostre conquiste
incomprensibili
senza gloria
come la vita che tra le dita ci sfugge,
acqua esistenziale che ci è stata offerta
quando non sapevamo ancora chiedere
né domandare
e il sole
ruotava intorno ai suoi raggi di sempre.