Ed ora eccomi qui,
seduto sull’orizzonte
del fiume della vita
che inesorabile scorre,
ad attendere un segno
del tuo essere
ancora a me presente,
a indovinare un gesto
per quanto volubile
che tracci nell'aria un bagliore
che te mi ricordi.
Ed è attesa tremula e triste
che basta una foglia a sfatare
o il trillo d'un passero
che s'alzi nel cielo.
E intanto scorre sull'acqua
che, accesa, riflette una luce,
il senso ancor della vita
che più tu non hai.
L'acqua che il sole riaccende
e fa sbocciare una rosa,
di quelle che tanto tu amavi,
inutile appare nel giorno
ora che non ci sei,
ora che sei partita
quasi come foglia
che il vento strappi con forza
dall'albero cui rigogliosa
un attimo prima era avvinta.
E l'albero spoglio di te,
si sente privar della vita
e sanguina, sanguina al sole.