Ricordo le tue calze rosa
insieme ai merletti bianchi,
sopra la tua pelle
nascosta da un foulard di seta bianca
che scendeva dolce a coprire i seni
seguendo la linea convessa del tuo corpo.
Nel profumato ripiegar del tempo
mancavano le ore per riflettersi nell'estasi
vorace di una fiamma
che consumava il corpo nell'amore.
Noi prigionieri, ignari di una recita
in questo grande atto,
sopra a un palcoscenico
recliniamo il nostro capo
al volere degli Dei.
Frantumato il nostro specchio
si snoda la catena
ma il pensiero vivo di un arrivederci
prende la mano.
Lassù dove volteggiano le farfalle,
ancora noi.