domenica 3 maggio 2015

DIONISIO DI FRANCESCANTONIO

Dionisio di Francescantonio dimostra una precocissima disposizione per il disegno, tanto che quando, a nove o dieci anni, gli chiedono cosa farà da grande, risponde senza esitare: “Il pittore”. In seguito, ancora adolescente, studia le tecniche pittoriche dapprima presso privati, quindi frequenta l’Accademia Ligustica di Belle arti di Genova, alla fine della quale ha un semestre felice di esposizioni  nel sud della Francia (Cannes, Aix en Provence).  Di ritorno a Genova nel momento in cui l’astrattismo e l’informale sembrano riscuotere l'interesse esclusivo della critica e delle gallerie d'arte, volendo restare ostinatamente legato al figurativismo, ha un periodo di ripiegamento su se stesso in cui prosegue in solitudine la sua ricerca pittorica. Esegue, di quando in quando, lavori o ritratti su commissione per amici e amatori, ma intanto diventa anche fotografo, lavorando per l’editoria  e pubblicando foto e disegni illustrativi su riviste, libri scolastici, enciclopedie, sia in Italia che all'estero. Disegna anche manifesti e depliants. Inoltre scrive articoli per riviste e giornali; pubblica un saggio con illustrazioni fotografiche sul folclore ligure, quindi lavori di narrativa, pubblicando due romanzi, un volume di racconti e, assieme ad altri, testi desunti da testimonianze di padri separati e rielaborati in chiave letteraria. La pittura rimane comunque il suo interesse e la sua vocazione principali e, in anni più recenti, grazie ad un principio di disgelo nei confronti del figurativismo che si riscontra forse più all’estero che da noi, riprende ad esporre in mostre collettive e personali: a  Genova e in Liguria (Museo della carta dell’Acquasanta,  Castello di Nervi, Galleria di Boccasse, Castello di Rapallo) e in alcune località dell'Abruzzo. Produce anche una serie di sagome dipinte su legno utilizzate per il Presepe Vivente e per il Carnevale di Acquasanta. 
La sua pittura, per una naturale versatilità e curiosità, si è esercitata, nel tempo, in più generi e temi, ai quali ha adeguato il linguaggio che di volta in volta gli sembrava più consono, spaziando, a modo suo, dall’espressionismo al metafisico, dal realismo magico al classicismo. Dipinge con continuità, perseguendo l'obiettivo di essere un testimone del proprio tempo senza mai uscire dal solco della tradizione. 
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