DIONISIO DI FRANCESCANTONIO
Dionisio di Francescantonio dimostra una precocissima disposizione per il
disegno, tanto che quando, a nove o dieci anni, gli chiedono cosa farà da
grande, risponde senza esitare: “Il pittore”. In seguito, ancora adolescente,
studia le tecniche pittoriche dapprima presso privati, quindi frequenta
l’Accademia Ligustica di Belle arti di Genova, alla fine della quale ha un
semestre felice di esposizioni nel sud
della Francia (Cannes, Aix en Provence). Di ritorno a Genova nel momento in cui l’astrattismo e l’informale sembrano riscuotere l'interesse esclusivo della critica e delle gallerie d'arte, volendo restare ostinatamente legato al
figurativismo, ha un periodo di ripiegamento su se stesso in cui prosegue in
solitudine la sua ricerca pittorica. Esegue, di quando in quando, lavori o
ritratti su commissione per amici e amatori, ma intanto diventa anche
fotografo, lavorando per l’editoria e
pubblicando foto e disegni illustrativi su riviste, libri scolastici, enciclopedie,
sia in Italia che all'estero. Disegna anche manifesti e depliants. Inoltre scrive articoli per riviste e giornali; pubblica
un saggio con illustrazioni fotografiche sul folclore ligure, quindi
lavori di narrativa, pubblicando due romanzi, un volume di racconti
e, assieme ad altri, testi desunti da testimonianze di padri separati e
rielaborati in chiave letteraria. La pittura rimane comunque il
suo interesse e la sua vocazione principali e, in anni più recenti, grazie ad
un principio di disgelo nei confronti del figurativismo che si riscontra forse
più all’estero che da noi, riprende ad esporre in mostre collettive e
personali: a Genova e in Liguria (Museo
della carta dell’Acquasanta, Castello di
Nervi, Galleria di Boccasse, Castello di Rapallo) e in alcune località dell'Abruzzo. Produce anche una serie di
sagome dipinte su legno utilizzate per il Presepe Vivente e per il Carnevale di
Acquasanta.
La sua pittura, per una naturale versatilità e curiosità, si è esercitata,
nel tempo, in più generi e temi, ai quali ha adeguato il linguaggio che di
volta in volta gli sembrava più consono, spaziando, a modo suo,
dall’espressionismo al metafisico, dal realismo magico al classicismo. Dipinge con continuità, perseguendo l'obiettivo di essere un testimone del proprio tempo senza mai uscire dal solco della tradizione.
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